
I cento volti della spiritualità moderna si rivelano a Palazzo Strozzi: la fede, il dubbio e il conflitto interiore nelle opere delle Avanguardie di un Novecento lacerato, alla ricerca dell’umanità perduta.
Le mani insanguinate di un secolo che il Sacro e il Bello non sono stati in grado di lavare. Entrambi inutili, di fronte alla forza dirompente di un Novecento che ha perso la fede nel nome del progresso prima di ritrovare una spiritualità autentica. L’uomo-titano della Modernità ha combattuto due Guerre Mondiali sotto un cielo senza stelle: rimane unico giudice di se stesso e presenta il conto al Dio spettatore, ma nel delirio d’onnipotenza perde cuore e radici. Per secoli l’Arte ha dato forma al Dio invisibile incarnato nella Storia ma, quando gli artisti non ne hanno più tollerato i colpi, l’alleanza si è infranta. Solo nel ‘64 Paolo VI sventola bandiera bianca nella Sistina, conscio della necessità di ristabilire l’amicizia tra la Chiesa e gli artisti lì riuniti, i “figlioli prodighi”: è il rinnovo del patto che ha il dovere di prendere per mano gli uomini e fornire loro il senso. Allora la Bellezza non solo educherà, ma salverà il mondo; sempre se il mondo si prenderà cura di Lei. Il Novecento continua a riflettere sulla sacralità dell’arte e ridisegna il concetto di Bellezza, adattandolo a dinamiche che hanno stravolto l’armonia rinascimentale. Nasce così una bellezza densa di simboli e interpretazioni, consona all’imperfezione della Babele odierna, esorcizzata nelle sue fragilità; distorta e flagellata, ma pur sempre Bellezza.
Edvard Munch, Madonna II, litografia colorata a mano, mm 605 x 445. Collezione privata.
Ars Longa, Vita Brevis/Tor Petter Mygland, Oslo.Gaetano Previati, Georgica, olio su tela, 1905. Musei Vaticani. Redon Odilon, Fuga in Egitto, 1903, olio su tela. Paris, Musée d’Orsay.
Bellezza imperfetta: la Via Crucis contemporanea
Bellezza divina è il confronto tra l’artista e il sentimento del sacro da metà ‘800 all’Anno Santo 1950, nel tentativo di ricucire i fili di una maglia dalla trama logora ma non lacerata. Tra il cielo e la terra, le Avanguardie scelgono l’abisso dell’anima: l’arte scende dagli altari per interpretare l’ineffabile in capolavori dalla conflittualità immanente. Cristo soffre e muore, la sua immagine si secolarizza: la Sacra Famiglia si scompone di luce nella campagna ferrarese (Previati), o passa al tornio delle forme futuriste di Fillia; Gerusalemme diventa metropoli occidentale (Spencer e Costetti), mentre Gesù incontra la Maddalena sotto gli occhi di un gendarme tedesco (Dix). Le ultime stelle rimaste stanno a guardare impassibili il Bacio di Giuda (Montanari), mentre la ceramica dalle fenditure slabbrate, la materia ferita della Via Crucis di Fontana preannuncia la dimensione astratta dei tagli. I germi di un’innovazione necessaria si spingono ai limiti del consentito: l’evanescente Mater purissima di Morelli affianca la sensualità funerea della Madonna di Munch. La Rosa mystica mette le spine a contatto con il mondo, fra estasi erotica e agonia: gli spermatozoi della cornice fluttuano in direzione di un feto dal teschio deforme votato all’infelicità, già nell’Urlo. Sul Golgota bombardato la Maddalena scandalosamente nuda macchia la tela con il suo peccato carnale, il volto di Gesù è coperto dal ladrone. Il pictor diabolicus Guttuso inchioda sulla Croce l’umanità intera: è la tragedia di tutti, di oggi, di ieri, ma non dev’essere di domani.
Otto Dix, Cristo e la Veronica, 1943, olio su tavola. Musei Vaticani; Palazzi Apostolici Vaticani; Collezione di Arte Contemporanea. P. Picasso, Cristo crocifisso, 1896-1897, olio e carboncino su carta, cm 73,5 x 54,4. Barcellona, Museo Picasso, dono di Pablo Picasso, 1970. Max Ernst, Crocifisso, olio su tela; 1914. Musei Vaticani; Palazzi Apostolici Vaticani; Collezione di Arte Contemporanea. Marc Chagall,
White Crucifixion, 1938, olio su tela,
154.6 x 140 cm.
Gift of Alfred S. Alschuler,
The Art Institute of Chicago.R. Guttuso, Crocifissione, 1940-1941 olio su tela, cm 198,5 x 198,5. Roma, GNAM – Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea. Graham Vivien Sutherland, Studio per Crocifissione, olio su masonite; 1947. Musei Vaticani; Palazzi Apostolici Vaticani; Collezione di Arte Religiosa Moderna. V. Van Gogh, Pietà, 1889 circa, olio su tela, cm 41,5×34. Città del Vaticano, Musei Vaticani.
Il canto dolente del Novecento
Sulle macerie del Novecento brulica l’inferno dei viventi: nell’opera contemporanea più amata dal Santo Padre, la Crocifissione bianca di Chagall si fa simbolo dell’Olocausto. Ai piedi della Croce ardono i sette bracci del candelabro: intorno è il caos ma nella macabra danza scende la luce e il violino leva un grido di speranza. Un canto sommesso accompagna lo spettatore all’uscita: l’Angelus di Millet diffonde le note di una religiosità atavica nella campagna inondata dal crepuscolo. La preghiera intima e virginale della fanciulla al mattino di Vela contrasta con la devozione angosciata del padre di Munch, drammatica del cieco in riva al mare di Viani. In ultimo si odono non una ma mille melodie: la fanciulla di Casorati s’inginocchia, orientaleggiante e klimtiana, in un giardino di fustagno. Una visione limpida e senza tempo, in un mare di fiori botticelliani: è il giardino dei martiri di un Novecento (or)mai redento.
Serena Tacchini
Antonio Ciseri, I Maccabei (1858-1863), Firenze, Chiesa di Santa Felicita. Gustave Moreau, San Sebastiano (1870-’75 o 1890 circa), Parigi, Musée Gustave Moreau. Giuseppe Catani Chiti, Il Redentore, 1900, Siena, Basilica di S. Francesco. Domenico Morelli, Mater purissima (1879-1883), Roma, GNAM – Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea. Adolfo Wildt, Maria dà luce ai pargoli cristiani (1918), gesso, Venezia, Fondazione Musei Civici, Galleria Internazionale d’Arte Moderna di Ca’ Pesaro. Gaetano Previati, Annunciazione (1912), olio su tela, Milano, Galleria d’Arte Moderna. Arturo Martini, Presepio (1926), ceramica dipinta e invetriata, Genova, Galleria d’Arte Moderna. Fillia, La Sacra Famiglia (1931 circa), olio su tela, Collezione Gaudenzi. Gaetano Previati, Georgica (1905), olio su tela, Città del Vaticano, Musei Vaticani, Collezione d’Arte Contemporanea. Libero Andreotti, Annunciazione Toeplitz (1931), bronzo, Firenze, Galleria d’arte moderna di Palazzo Pitti. Glyn Warren Philpot, L’angelo dell’Annunciazione (1925), olio su tela, Brighton & Hove, The Royal Pavilion & Museums. Stanley Spencer, L’entrata di Cristo in Gerusalemme, 1920, olio su tela, Leeds, Leeds Museums and Galleries. Arturo Martini, Il Figliol Prodigo (1927), bronzo, Acqui Terme, Casa di Riposo “Jona Ottolenghi”. Giuseppe Montanari, Il bacio di Giuda (1918), olio su tela, Città del Vaticano, Musei Vaticani, Collezione d’Arte Contemporanea. Gino Severini, Divino Consolatore (VIII stazione della Via Crucis) (1944-’46), Cortona, Museo Diocesano del Capitolo di Cortona. Otto Dix, Cristo e la Veronica, 1943, olio su tavola (part.). Città del Vaticano, Musei Vaticani, Collezione d’Arte Contemporanea. Lucio Fontana, Via Crucis: Stazioni II, III, XIII (1955-’56), ceramica riflessata. Milano, Museo Diocesano, provenienza Regione Lombardia. Fausto Melotti, Cena in Emmaus (1933), bronzo, Collezione privata. Max Ernst, Crocifisso (1914), Città del Vaticano, Musei Vaticani, Collezione d’Arte Contemporanea. Lucio Fontana, Crocifissione (1951), ceramica policroma, Collezione privata. Emilio Vedova, Crocifissione Contemporanea – Ciclo della protesta n. 4 (1953), olio su tela, Roma – GNAM – Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea. Fausto Melotti, Deposizione (1933), bronzo, Collezione privata. Vincent Van Gogh, Pietà [da Delacroix] (1890 circa), olio su tela, Città del Vaticano, Musei Vaticani, Collezione d’Arte Contemporanea. Giacomo Manzù (Giacomo Manzoni), Grande cardinale (1955), bronzo, Venezia, Fondazione Musei Civici di Venezia, Galleria Internazionale d’Arte Moderna di Ca’ Pesaro. Henri Matisse, Casula verde (1951), Città del Vaticano, Musei Vaticani. Scipione (Gino Bonichi), Il Cardinale Decano (Ritratto del cardinal Vannuttelli), 1930, Roma, Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea. Maria Blanchard, La comunicanda (1914-’20), olio su tela, Madrid, Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofia. Edvard Munch, Vecchio in preghiera (1902), xilografia a due legni stampata su carta giapponese, Città del Vaticano, Musei Vaticani, Collezione d’Arte Contemporanea. Lorenzo Viani, La preghiera del cieco (1920-’23), carboncino, tempera e olio su cartone, Viareggio, Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea “Lorenzo Viani”. Vincenzo Vela, La preghiera del mattino (1846), Ligornetto-Mendrisio, Museo Vincenzo Vela, Ufficio federale della cultura. J.F. Millet, L’Angelus (1857-’59), Parigi, Orsay. Felice Casorati, La preghiera (1914), tempera su fustagno, Verona, Galleria d’Arte Moderna Achille Forti. Edvard Munch, Madonna e Madonna II. Lucio Fontana, Via Crucis: Stazioni II, III, XIII (1955-’56), ceramica riflessata, Milano, Museo Diocesano, provenienza Regione Lombardia.
MOSTRA | Bellezza divina tra Van Gogh, Chagall e Fontana |
QUANDO | Evento concluso. |
DOVE | PALAZZO STROZZI Piazza Degli Strozzi, 1 Firenze |
CURATORI | Anna Mazzanti, Ludovica Sebregondi, Lucia Mannini, Carlo Sisi |
Articolo pubblicato su Artribune [01.11.2016]: https://www.artribune.com/report/2016/11/mostra-federico-zandomeneghi-palazzo-zabarella-padova/
Post molto interessante e ricco!
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